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  • Gli ortaggi dalla A alla Z:
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    Fagiolo


    I fagioli


    Fagiolo - Leguminosa erbacea, originaria del continente americano e ampiamente coltivata per i legumi e i semi (fagiolini e fagioli), utilizzati in molte regioni del mondo a scopo alimentare o come foraggio.
    I semi, in particolare, sono ricchi di proteine vegetali e vengono consumati, bolliti, nelle minestre o in insalata; inoltre, spesso costituiscono l'ingrediente di base di note pietanze tradizionali come il chili o la pasta e fagioli.

    Descrizione
    Le originarie specie americane di fagioli selvatici vengono ormai coltivate solo in rari casi. Da esse sono state, tuttavia, ricavate centinaia di varietà orticole dalle caratteristiche più disparate. Le varietà dette "fagiolini", ad esempio, producono baccelli lunghi e sottili, di colore verde o giallo, che vengono consumati interi, mentre i fagioli "kidney" producono piccoli semi bruni e reniformi.

    Tra le varietà di fagioli più diffusamente consumate in Occidente si annoverano i fagioli di Lima (poco coltivati in Europa a causa della loro scarsa resistenza ai climi rigidi) e quelli della specie Phaseolus acutifolius latifolius (particolarmente resistenti alla siccità e per questo ampiamente coltivati soprattutto nel sud degli Stati Uniti e in Messico).
    I fagioli più diffusamente consumati in Europa sono i borlotti (dal tipico seme rosso-bruno striato) i cannellini (caratterizzati da un seme bianco e allungato, particolarmente tenero) e i fagioli di Spagna (caratterizzati da grandi semi bianchi e coltivati in alcuni casi anche per i loro appariscenti fiori scarlatti).

    Per quanto riguarda i caratteri tipici della pianta, fondamentalmente esistono due tipi di fagioli: quelli rampicanti (che necessitano di un sostegno a cui "aggrapparsi") e quelli cosiddetti "nani", a portamento arbustivo ed eretto. Per quasi tutti i tipi di fagioli esistenti sono state ricavate varietà sia rampicanti, che nane.
    Gran parte delle specie coltivate industrialmente sono annuali, anche se ne esistono alcune perenni.



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    Farro


    Il farro


    Farro - è una graminacea di origine antichissime. E' una specie rustica che si adatta anche nelle zone marginali, ed a basse temperature. L'Abruzzo dei parchi rappresenta un areale particolarmente vocato alla coltivazione del farro, Triticum dicoccum.

    Descrizione
    La rinnovata coltivazione e lavorazione del farro, secondo metodi tradizionali, fa sì che il prodotto abruzzese sia annoverato tra i migliori sul mercato nazionale. Prodotto in coltivazione biologica, il farro trova larghissimo impiego in cucina in forma di sfarinati e semola per polenta, paste artigianali ed essicate, pane, pasticceria, oppure nella forma di chicchi interi, semiperlati per facilitarne la cottura, per la preparazione di saporiti ed energetici minestroni e zuppe.Piatti all'insegna della bontà e genuinità.

    Il farro è un antico cereale che ha una lunga storia di coltivazione e utilizzo nell'alimentazione umana. È stato coltivato per migliaia di anni in varie regioni del mondo, ma ha una particolare importanza nella cucina mediterranea.



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    Fava


    La fava


    Fava - pianta leguminosa che appartiene alla famiglia delle Fabaceae.
    I più antichi legumi alimentari conosciuti in Europa, coltivati fin dalla preistoria in tutto il continente europeo e nel bacino del Mediterraneo. Producono semi globosi e appiattiti di colore bruno, verde o purpureo.

    Descrizione
    La fava è originaria dell'Asia occidentale, ma viene coltivata in tutto il mondo. La pianta può raggiungere un'altezza di 1,5 metri e produce grandi baccelli che contengono i semi di fava.

    La coltivazione delle fave richiede un clima fresco e umido. La pianta cresce meglio in terreni ben drenati e ricchi di nutrienti. Le fave vengono seminate in autunno o in primavera e richiedono una buona esposizione al sole.

    Coltivazione delle fave:
    Le fave sono legumi apprezzati per il loro sapore unico e la loro versatilità in cucina. Ecco una guida generale su come coltivare le fave:

    - Selezione della varietà: Esistono diverse varietà di fave tra cui scegliere, quindi valuta le condizioni climatiche della tua zona e scegli una varietà adatta. Alcune varietà comuni includono "Aquadulce," "Windsor," e "Broad Windsor".

    - Preparazione del terreno: Le fave preferiscono un terreno ben drenato, ricco di sostanza organica e con un pH compreso tra 6 e 7. Prepara il terreno allentandolo con una vanga o una forca, rimuovi le erbacce e aggiungi letame o compost per migliorare la fertilità del suolo.

    - Semina: La semina delle fave avviene in autunno o primavera, a seconda delle tue preferenze e delle condizioni climatiche locali. Seleziona i semi più grandi e piantali a una profondità di circa 5 cm, lasciando circa 15-20 cm di spazio tra le piante.

    - Irrigazione: Le fave richiedono una quantità adeguata di acqua per svilupparsi correttamente. Innaffia regolarmente, ma evita di saturare il terreno. Assicurati che il terreno rimanga umido, ma non troppo bagnato.

    - Supporti per le piante: A misura che le piante crescono, potrebbero aver bisogno di supporto. Puoi utilizzare dei bastoncini o dei pali per sostenere le piante più alte e impedire che si pieghino o si rompano.

    - Controllo delle erbacce: Rimuovi regolarmente le erbacce che crescono intorno alle piante di fave. Le erbacce possono competere per risorse come acqua e nutrienti, danneggiando la crescita delle piante di fave.

    - Protezione dai parassiti: Le fave possono essere soggette all'attacco di afidi, lumache o bruchi. Monitora attentamente le tue piante e adotta misure preventive, come l'utilizzo di reti protettive o l'applicazione di insetticidi naturali se necessario.

    - Raccolta: Le fave saranno pronte per la raccolta quando i baccelli saranno pieni e gonfi, ma ancora verdi. Puoi raccoglierle a mano o tagliare l'intera pianta alla base e sradicarla. Rimuovi i baccelli dalle piante e lasciali essiccare all'ombra per alcune settimane.

    - Conservazione: Dopo l'essiccazione, puoi sbucciare le fave per ottenere i semi. Conservali in un luogo fresco, asciutto e buio, preferibilmente in sacchetti o contenitori ermetici. Le fave secche possono essere conservate per diversi mesi.



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    Finocchio


    Il finocchio


    Finocchio - Denominazione comune di una specie perenne, appartenente alla famiglia delle Ombrellifere (Vedi Prezzemolo) e caratterizzata da foglie e semi fortemente aromatici e piccoli fiori gialli.

    Descrizione
    La pianta del finocchio comune (Foeniculum vulgare) può raggiungere 1 m d'altezza e viene largamente coltivata sia in Europa, sia in America per i suoi semi e per le sue foglie, utilizzati come spezie. Il finocchio dolce (Foeniculum vulgare dulce) è una varietà coltivata solo nell'Europa meridionale; ha foglie basali con piccioli molto rigonfi che formano una sorta di falso bulbo, grande quanto una mela, sbiancato grazie all'interramento e consumato come ortaggio, crudo o cotto. I semi del finocchio dolce costituiscono uno degli ingredienti base di molte ricette della cucina italiana e trovano impiego anche in medicina.

    Coltivazione del finocchio:
    Il finocchio è originario del Mediterraneo ed è coltivato per il suo bulbo bianco e croccante, ma anche per le sue foglie e i semi aromatici. Ecco una descrizione dettagliata su come coltivare la pianta di finocchio:

    - Posizione: il finocchio ama i luoghi soleggiati e ben drenati. Il terreno deve essere fertile e ben lavorato, con un pH compreso tra 6,0 e 7,5.

    - Semina: la semina può essere effettuata in primavera o in autunno. Si possono seminare i semi direttamente in campo, a una profondità di circa 1 cm, o in semenzaio, per poi trapiantare le piantine in campo quando hanno raggiunto una dimensione di circa 10 cm.

    - Cura delle piante: le piante di finocchio richiedono una buona irrigazione, soprattutto durante la fase di crescita del bulbo. È importante mantenere il terreno umido, ma evitare ristagni idrici. Inoltre, è necessario rimuovere le erbacce che possono competere con la pianta per i nutrienti.

    - Raccolta: il finocchio può essere raccolto quando il bulbo ha raggiunto una dimensione di circa 10 cm di diametro. È possibile raccogliere anche le foglie e i semi per l'utilizzo in cucina.

    In sintesi, la coltivazione del finocchio richiede un terreno fertile e ben drenato, una buona irrigazione e la rimozione delle erbacce. La raccolta può essere effettuata quando il bulbo ha raggiunto la dimensione desiderata.



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    Girasole


    Il girasole


    Girasole - Denominazione comune di alcune piante erbacee annuali e perenni della famiglia delle Composite.

    Descrizione
    Il genere Helianthus, a cui i girasoli appartengono, comprende circa 65 specie diffuse in tutto il mondo, alcune delle quali raggiungono un'altezza di 3 m. L'infiorescenza, detta calatide, è solitamente singola e ligulata, in alcuni casi arriva a misurare poco meno di 1 m ed è formata da un capolino di fiori gialli, marroni o rossastri, circondato da una corona di brattee gialle.

    Il singolare comportamento dell'infiorescenza, che durante il giorno è sempre orientata in direzione del sole, è dovuto a un ritmo di crescita differenziata tra le diverse parti del fusto. Nei tessuti in ombra, infatti, si accumula un ormone vegetale, chiamato auxina, che ne stimola la crescita per distensione; i tessuti esposti al sole, invece, hanno una concentrazione di auxina inferiore e dunque si sviluppano più lentamente. Con questo fenomeno, mediato dall'auxina e chiamato fototropismo (Vedi Tropismo), si spiega come il fusto dei girasoli e di molte altre piante riesca a flettersi in direzione di una sorgente luminosa.

    Coltivazione del girasole:
    Ecco una descrizione dettagliata sulla coltivazione del girasole:

    - Scelta del terreno: il girasole ha bisogno di un terreno ben drenato e soleggiato. Scegli un'area dove il sole possa colpire le piante per almeno 6 ore al giorno.

    - Preparazione del terreno: lavora il terreno in profondità, rimuovendo eventuali erbacce e sassi. Aggiungi del compost o del letame per migliorare la fertilità del terreno.



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    Indivia


    Indivia


    Indivia - Pianta da orto appartenente alla famiglia delle Composite e coltivata per le foglie, che vengono consumate fresche in insalata.
    Quindici giorni prima della raccolta i cespi possono venire legati, per favorire l'imbianchimento dei germogli, che rimangono così più teneri e delicati.

    Descrizione:
    L'indivia è una pianta erbacea originaria dell'Europa occidentale e dell'Africa settentrionale.
    Ha foglie lunghe e strette, con bordi frastagliati e nervature prominenti, di colore verde chiaro.

    La sua forma è simile a quella della lattuga, ma con una consistenza più croccante e un sapore leggermente amaro. Viene spesso utilizzata come ingrediente per insalate e piatti freddi, ma può anche essere cotta e servita come contorno.
    È ricca di vitamine e minerali essenziali per il nostro organismo.

    Esistono due varietà di indivia: l'indivia riccia, a foglie arricciate, e l'indivia scarola, a foglie lisce e cespo compatto.

    Coltivazione della indivia:
    Per coltivare l'indivia nell'orto, è necessario seguire questi passaggi:

    - Scelta del terreno: l'indivia predilige terreni leggeri, ben drenati e ricchi di sostanza organica. Evitare terreni argillosi o troppo compatti.

    - Semina: la semina dell'indivia avviene in primavera o in autunno. Si possono seminare direttamente in campo o in semenzaio. La distanza tra le piante dovrebbe essere di circa 30 cm.

    - Irrigazione: l'indivia ha bisogno di una buona irrigazione, soprattutto durante i periodi di siccità. Evitare di bagnare le foglie, per evitare la comparsa di malattie fungine.

    - Concimazione: per favorire la crescita dell'indivia, si può utilizzare del concime organico a base di letame o di compost. Si consiglia di concimare ogni 15-20 giorni.

    - Raccolta: la raccolta dell'indivia avviene quando le foglie sono ben sviluppate e croccanti. Si possono tagliare le foglie esterne e lasciare quelle interne per favorire una nuova crescita.



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    Lattuga


    la lattuga


    Lattuga - Denominazione comune di svariate specie erbacee appartenenti alla famiglia delle composite e originarie delle regioni temperate dell'emisfero boreale. Ampiamente consumate come ortaggi, sono uno degli ingredienti più comuni delle insalate verdi. Le diverse varietà di lattuga si distinguono essenzialmente in base alla forma del cespo.

    Descrizione:
    Le lattughe romane hanno foglie allungate e cespo lasco;
    le lattughe cappucce (ad esempio, il trocadero) hanno foglie più tonde e formano un cespo compatto;
    le lattughe da taglio (ad esempio, la trentina) non formano cespo e producono nuove foglie dopo il taglio.

    La lattuga è una pianta erbacea annuale è una delle verdure più comuni e popolari al mondo, coltivata in tutto il mondo per le sue foglie verdi e croccanti, che vengono utilizzate in insalate, panini e altri piatti. Esistono diverse varietà di lattuga, tra cui la lattuga iceberg, la lattuga romana e la lattuga lollo rosso, che si differenziano per forma, colore e sapore. La lattuga è ricca di vitamine e minerali, ed è anche un'ottima fonte di fibre e acqua.

    Coltivazione della lattuga:
    Le lattughe da orto crescono su terreni ben drenati, soffici e ricchi di sostanze organiche fertilizzanti. Vengono piantate in file distanti 30-40 cm le une dalle altre e diradate più volte dopo che la pianta ha raggiunto 5 cm d'altezza.

    La lattuga è una pianta facile da coltivare. È importante scegliere un luogo soleggiato con un terreno ben drenato, preparare il terreno aggiungendo del compost o del concime organico, seminare i semi di lattuga a una profondità di circa 1 cm e distanziandoli di circa 15-20 cm l'uno dall'altro, innaffiare regolarmente la pianta, mantenendo il terreno umido ma non troppo bagnato.

    La lattuga si raccoglie prima che monti a seme, in genere entro gli 80-100 giorni di coltura, comprese le 2-3 settimane in semenzaio.
    È possibile annaffiare la pianta a pioggia, con un getto ampio e delicato, bagnando e rinfrescando anche le foglie, in modo da favorire la sua crescita.
    La lattuga può essere coltivata sia in giardino che in vaso, e deve essere piantata in una zona soleggiata, lasciando una distanza di circa 40 cm tra le piante.



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    Leguminose


    Le leguminose


    Leguminose - Denominazione comune di un vasto gruppo di piante, comprendente circa 18.000 specie che costituiscono l'ordine delle Fabali. Le leguminose, diffuse un po' in tutto il mondo e soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali, hanno caratteri molto differenti, sia dal punto di vista vegetativo, sia da quello fiorifero.

    Descrizione
    Nella maggior parte dei casi sono piante legnose e perenni, anche se non sono rare le specie erbacee o acquatiche. Il tratto più distintivo del gruppo è costituito dal frutto, rappresentato da un legume a singola camera, che una volta giunto a maturazione può aprirsi in due valve lungo giunture, sulle quali si trovano attaccati i semi.

    Le diverse specie possono presentare frutti indeiscenti, che non si aprono spontaneamente (come quelli delle arachidi, che maturano sotto terra), o deiscenti, che una volta giunti a maturazione si aprono per rilasciare i semi (come quelli delle ginestre o del lupino). I legumi possono avere una lunghezza variabile da pochi millimetri a più di 30 cm, contenere uno o più semi e avere una colorazione più o meno vivace. Le varie specie presentano fiori con caratteristiche anche molto diverse, unificati tuttavia da alcuni caratteri comuni: la corolla è costituita da cinque elementi, uno superiore molto sviluppato (vessillo), due laterali (ali) e due inferiori fusi insieme in un tubo (carena) contenente 10 stami.

    Molte specie ospitano nelle loro radici alcuni tipi di batteri in grado di fissare l'azoto e di trasformarlo in sostanze assimilabili dalle piante. In virtù di questa caratteristica le leguminose vengono spesso utilizzate per arricchire di azoto il suolo dei terreni agricoli. Vedi Fissazione dell'azoto. Dal punto di vista tassonomico le leguminose sono suddivise in tre famiglie. La famiglia delle Papilionacee è composta da circa 12.000 specie perlopiù erbacee, caratterizzate da foglie semplici e fiori molto irregolari; tra di esse si annoverano le diverse varietà di piselli, fagioli, arachidi, soia, trifoglio, erba medica, ginestra e robinia.



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    Lenticchia


    La lenticchia


    Lenticchia - Pianta erbacea leguminosa, originaria dell'Asia sudoccidentale. Ha un fusto sottile, molto ramificato, che raramente supera i 60 cm d'altezza, foglie pennate che terminano in un viticcio e piccoli fiori bianchi con striature azzurre o lilla.

    Descrizione
    La lenticchia è un legume dalla forma tondeggiante e dal colore marrone chiaro. È originaria del Medio Oriente e viene coltivata in molte parti del mondo, soprattutto in Italia, India, Canada e USA.
    La lenticchia è molto nutriente, ricca di proteine, fibre, ferro e vitamine del gruppo B. Viene utilizzata in cucina per preparare zuppe, minestre, insalate e piatti a base di legumi. La lenticchia è un alimento molto versatile e gustoso, perfetto per arricchire la propria dieta con alimenti sani e nutrienti.

    Il frutto è un piccolo legume, contenente da uno a tre semi. Classificazione scientifica: Le lenticchie appartengono alla famiglia delle Papilionacee. Il nome scientifico della pianta è Lens esculenta.

    Coltivazione della lenticchia:
    La lenticchia è una pianta leguminosa che può essere coltivata con successo in diverse zone climatiche. Ecco una guida generale su come coltivare le lenticchie:

    - Scelta della varietà: Esistono diverse varietà di lenticchie disponibili, quindi è importante scegliere una varietà adatta al tuo clima e alle tue condizioni di coltivazione. Le lenticchie si dividono principalmente in due tipi: lenticchie di montagna e lenticchie di pianura.

    - Preparazione del terreno: Le lenticchie preferiscono un terreno ben drenato e ricco di sostanza organica. Prepara il terreno rimuovendo erbacce e sassi e lavoralo con una vanga o una zappa per renderlo soffice e aerato.

    - Semina: La semina delle lenticchie avviene generalmente in primavera, quando il terreno si è riscaldato e non c'è più rischio di gelate. Fai delle scanalature nel terreno, distanziate di circa 20-30 cm l'una dall'altra, e pianta i semi di lenticchie ad una profondità di 2-3 cm. Puoi piantare i semi direttamente nel terreno o in vasi se preferisci coltivarle in contenitori.

    - Cura delle piante: Le lenticchie richiedono poca manutenzione. Assicurati di mantenere il terreno umido durante il periodo di crescita, ma evita l'eccessiva irrigazione che potrebbe causare marciume delle radici. Mantieni il terreno intorno alle piante libero dalle erbacce, poiché le lenticchie non competono bene con altre piante per i nutrienti.

    - Fertilizzazione: Le lenticchie, essendo piante leguminose, sono in grado di fissare l'azoto atmosferico attraverso simbiosi con i batteri presenti nei loro noduli radicolari. Tuttavia, se il terreno è povero di azoto, puoi considerare l'applicazione di un fertilizzante equilibrato a base di azoto, fosforo e potassio per favorire una crescita sana.

    - Raccolta: Le lenticchie sono generalmente pronte per la raccolta dopo 90-110 giorni dalla semina. Puoi raccoglierle quando le piante iniziano a ingiallire e i baccelli sono maturi. Raccogli i baccelli a mano e lasciali asciugare in un luogo fresco e ben ventilato. Successivamente, puoi estrarre le lenticchie dai baccelli.

    Le lenticchie sono piante relativamente facili da coltivare, ma è importante tenere conto delle condizioni specifiche del tuo ambiente e adattare le pratiche di coltivazione di conseguenza.



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    Lupino


    Il lupino


    Lupino - Denominazione comune di un genere di circa 200 leguminose erbacee, annuali o perenni, per lo più originarie delle regioni occidentali degli Stati Uniti e del bacino del Mediterraneo.

    Descrizione
    Le foglie, composte e di aspetto palmare, sono formate da foglioline oblunghe (fino a 15 cm), mentre i fiori, appariscenti e a forma di pisello, sono riuniti in una lunga infiorescenza spiciforme o in racemi. Il frutto è costituito da un legume contenente i semi appiattiti.

    Il lupino e' una pianta erbacea annuale o perenne appartenente alla famiglia delle Fabaceae. Le foglie sono composte da foglioline lanceolate di colore verde scuro, mentre i fiori sono grandi e vistosi, di solito di colore blu, viola, rosa o bianco.

    Il frutto e' una leguminosa contenente i semi, che sono di forma sferica e di colore verde o marrone. Il lupino e' una pianta molto resistente e puo' crescere in diverse condizioni climatiche, ma preferisce i terreni ben drenati e ricchi di sostanza organica. Viene coltivato soprattutto per l'estrazione di proteine vegetali utilizzate in alimentazione umana e animale.

    Le specie a semi piccoli vengono coltivate come piante ornamentali, mentre quelle a semi grandi sono piantate a scopo alimentare e per ricavarne foraggio.

    Coltivazione del lupino:
    I lupini sono coltivati intensivamente negli stati dell'America settentrionale che si affacciano sul golfo del Messico, dove si sono adattati ai terreni acidi.
    Molte specie contengono un alcaloide leggermente tossico, la lupinidina, la cui ingestione da parte del bestiame provoca febbre passeggera e spossatezza.

    Classificazione scientifica: I lupini appartengono al genere Lupinus della sottofamiglia delle Papilionacee.

    La coltivazione del lupino richiede alcuni accorgimenti per ottenere una buona resa e una qualita' ottimale dei semi. Ecco i principali passaggi:

    Scelta e preparazione del terreno: il lupino cresce meglio in terreni ben drenati, profondi e ricchi di sostanza organica. Il pH ideale e' compreso tra 6 e 7.
    Prima della semina, il terreno deve essere lavorato con un aratro o una zappa per eliminare le erbacce e le radici. In seguito, si consiglia di zappare il terreno per arieggiarlo e renderlo piu' permeabile.

    - Semina: la semina del lupino avviene di solito in primavera, quando il terreno ha raggiunto una temperatura di almeno 10-12 gradi. I semi vengono distribuiti in file distanti 30-40 cm l'una dall'altra e a una profondità di 3-5 cm. Si consiglia di utilizzare almeno 100-120 kg di seme per ettaro.

    - Irrigazione: il lupino ha bisogno di una buona quantita' di acqua per crescere, soprattutto durante i primi stadi di sviluppo. Si consiglia di irrigare regolarmente, evitando pero' di inondare il terreno.

    - Concimazione: il lupino ha bisogno di una buona quantita' di azoto per crescere, ma puo' anche beneficiare di altri nutrienti come il fosforo e il potassio. Si consiglia di utilizzare un concime a lenta cessione prima della semina e di integrare con concimi liquidi durante la crescita.

    - Raccolta: i semi del lupino sono pronti per la raccolta quando le piante hanno raggiunto la maturita'. Si consiglia di raccogliere i semi quando le piante hanno iniziato a seccarsi, ma prima che i semi cadano spontaneamente.



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    Luppolo


    Il luppolo


    Luppolo - Denominazione comune di una specie rampicante appartenente al genere Humulus della famiglia delle Cannabacee, dell'ordine delle Orticali (Vedi Ortica).

    Descrizione
    Il luppolo ha fusti tenaci e foglie cuoriformi, munite di un numero di lobi compreso fra 3 e 7. I fiori maschili e femminili sono entrambi piccoli e portati su piante separate.
    I fiori maschili sono riuniti in pannocchie pendule, mentre quelli femminili sono localizzati a coppie nell'ascella delle brattee; nel loro insieme queste ultime formano un amento globoso, a forma di cono e cosparso di ghiandole gialle, contenenti un composto, amaro e resinoso, che è conosciuto come luppolina e utilizzato come sedativo.

    Il luppolo comune (Humulus lupulus) è originario dell'Asia e dell'Europa ed è naturalizzato negli Stati Uniti nordoccidentali, in Australia e in Brasile. L'utilizzo più importante della luppolina è, tuttavia, finalizzato alla fabbricazione della birra, per la quale il luppolo viene coltivato nelle regioni calde e temperate di Europa, Australia, Nuova Zelanda e Nord America. Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti ne sono i produttori principali a livello mondiale; negli Stati Uniti la coltivazione è limitata agli stati che si affacciano sul Pacifico.

    Coltivazione del luppolo:
    Il luppolo deve essere coltivato in regioni caratterizzate da piogge abbondanti durante il periodo di crescita e da lunga insolazione nel periodo della maturazione del frutto.

    Le piante di luppolo si sviluppano da polloni radicali piantati in filari, a una distanza di circa 2 metri, alla fine dell'inverno o all'inizio della primavera.

    Il frutto è prodotto solo dalla pianta femminile, ma piante maschili sono ugualmente piantate in ogni luppoleto, poiché gli amenti fecondati crescono più grandi e con maggiore rapidità di quelli non fecondati.

    Le piante si sostengono a funi sospese sopra i filari e gli amenti divengono aromatici alla fine dell'estate, quando vengono raccolti.

    In sintesi, per coltivare il luppolo è necessario:

    1. Scegliere un luogo soleggiato e con terreno ben drenato.
    2. Preparare il terreno con compost o letame.
    3. Piantare il luppolo in primavera, utilizzando rizomi o piante.
    4. Fornire un supporto per le piante.
    5. Irrigare regolarmente, mantenendo il terreno costantemente umido.
    6. Potare regolarmente per evitare l'ingarbugliamento delle piante e stimolare la crescita.



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